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Domande frequenti

Domande frequenti sulla locazione a canone concordato e sugli sfratti per morosità o per finta locazione

  • Che cosa è la locazione a canone concordato ?
    La locazione a canone concordato è un tipo di contratto di affitto in cui l'importo del canone non è determinato liberamente dal proprietario, ma è stabilito sulla base di accordi territoriali stipulati tra le organizzazioni rappresentative dei proprietari (come Confedilizia) e quelle degli inquilini, a livello locale. Questi accordi definiscono delle fasce di prezzo entro cui il canone deve rientrare, tenendo conto di diverse variabili come la zona, la tipologia dell'immobile, le sue caratteristiche (es. efficienza energetica, presenza di ascensore), e la durata del contratto (solitamente 3+2 anni).
  • Quali sono i vantaggi?
    Per i proprietari: Agevolazioni fiscali: Il vantaggio principale è la possibilità di applicare la cedolare secca con un'aliquota ridotta al 10% (invece del 21% previsto per i contratti a libero mercato), o altre agevolazioni sull'IRPEF, a seconda delle normative locali e nazionali. Questo si traduce in un risparmio sulle tasse. Maggiore stabilità: I contratti a canone concordato hanno una durata prestabilita (generalmente 3+2 anni), che garantisce una maggiore stabilità del rapporto locativo. Minore rischio di contenziosi: Grazie alla definizione chiara del canone e alla condivisione delle regole con le associazioni di categoria, si riduce il rischio di controversie. Per gli inquilini: Canoni più contenuti: Il canone concordato è generalmente inferiore rispetto a quello di mercato libero, rendendo l'affitto più accessibile. Maggiore chiarezza e trasparenza: Le regole sono definite a livello territoriale e condivise tra le parti, garantendo maggiore trasparenza e chiarezza nel rapporto locativo.
  • Come funziona in pratica?
    Per stipulare un contratto a canone concordato, è necessario fare riferimento agli accordi territoriali del proprio comune. Questi accordi definiscono i criteri per la determinazione del canone e le caratteristiche che l'immobile deve possedere per rientrare in questa tipologia contrattuale. È consigliabile rivolgersi alle associazioni di categoria (come Confedilizia per i proprietari) per una consulenza specifica. In conclusione: La locazione a canone concordato rappresenta una soluzione vantaggiosa per entrambe le parti, promuovendo un mercato degli affitti più equilibrato e accessibile. Offre ai proprietari importanti benefici fiscali e agli inquilini canoni più contenuti, in un quadro di regole chiare e condivise.
  • Quando posso avviare la procedura di sfratto?
    È sufficiente il mancato pagamento di una sola mensilità per avviare la procedura di sfratto per morosità, anche se la prassi e la giurisprudenza tendono a considerare significativa una morosità di almeno due mensilità. Questo si chiama sfratto per morosità. Un altro caso si verifica alla scadenza del contratto di locazione, quando l'inquilino non rilascia l'immobile spontaneamente: il proprietario può avviare la procedura di sfratto per finita locazione.
  • Qual è la procedura da seguire per sfrattare un inquilino?
    La procedura prevede diverse fasi: l’intimazione di sfratto e contestuale citazione per la convalida, l’udienza di convalida e l’ esecuzione dello sfratto. Se l'inquilino non rilascia l'immobile entro la data fissata dal giudice, il proprietario può richiedere l'intervento dell'ufficiale giudiziario, eventualmente con l'ausilio della forza pubblica.
  • Quanto tempo ci vuole per sfrattare un inquilino?
    La durata della procedura è variabile e dipende da diversi fattori, come il carico di lavoro del tribunale, l'eventuale opposizione dell'inquilino e la necessità di ricorrere alla forza pubblica. In media, si può stimare un periodo che va da alcuni mesi a oltre un anno.
  • Quanto costa avviare una procedura di sfratto?
    I costi comprendono le spese legali (onorario dell'avvocato), le spese di notifica e le eventuali spese per l'intervento dell'ufficiale giudiziario. L'importo varia a seconda della complessità del caso.
  • Cosa posso fare se l'inquilino non paga le spese condominiali?
    Il mancato pagamento delle spese condominiali non è di per sé motivo di sfratto, a meno che non sia espressamente previsto nel contratto di locazione come causa di risoluzione, oppure quando l’importo della morosità supera il doppio del canone di locazione.
  • Posso cambiare la serratura dell'immobile se l'inquilino non paga l'affitto?
    Assolutamente no. Questo comportamento costituisce un reato (esercizio arbitrario delle proprie ragioni) e può compromettere la procedura di sfratto.
  • Cosa succede se l'inquilino danneggia l'immobile?
    Il proprietario può richiedere il risarcimento dei danni subiti, anche in sede giudiziaria.
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